Non salvate il soldato Letta

Insomma, mentre da un mese perdiamo tempo per capire come faranno a salvare un povero pregiudicato (dai Violante, ancora un po’ d’impegno e ce la fate), l’Italia – nonostante le smentite della sempre ignara ministra degli esteri Emma Bonino (vedi caso Shalabayeva et similia) – entra in guerra contro la Siria.

>>>ANSA/ LETTA, IO SEMPRE PIU' DETERMINATO, STOP AUTOLESIONISMO

Qualcuno potrà pensare che questa sia la logica conseguenza dell’acquisto dei caccia bombardieri F35…che li avremmo comprati a fare se non avessimo avuto qualcuno da bombardare? E’ noto da tempo, infatti, in base alla ben collaudata Teoria Bush, che se proprio vuoi insegnare la democrazia ad un altro popolo, non c’è modo migliore di sommergerlo di bombe.

Qualcuno potrà pensare che il sedicente leader politico Enrico Letta, che evidentemente crede di fare un figurone in tuta mimetica, dovrà pure lasciare un segno del suo breve passaggio. Non lo ricorderemo certo per l’IMU (che resterà, magari sotto altro nome), né per aver evitato l’aumento dell’IVA (prepariamoci), né per aver diminuito le spese militari (appunto), né per aver abolito i rimborsi elettorali (non basta un tweet, caro Enrico). Insomma, senza una bella guerra contro i nostri atavici nemici siriani (???) lo ricorderemmo solo per una serie interminabile di rinvii e indecisioni, oltre che per il salvataggio politico (e forse anche giudiziario, mai dire mai) di Berlusconi.

Una guerra, tra l’altro, è sicuramente ben vista dai cultori di quella crescita economica additata spesso come soluzione a tutti i problemi. Da sempre la tecnica più sicura usata dagli americani in tempi di crisi economica (e quindi dai relativi alleati e sudditi) è quella che l’economista Vladimiro Giacché ha definito la “soluzione Warfare”.

Prepariamoci dunque ad un autunno ancora più caldo di come già ce l’aspettavamo. E nessuno salvi il soldato Letta (che comunque non ci mancherà).

Lascia un commento